Copertina "Ridere dietro al cortina di ferro"

LA STORIA DELL’EUROPA DELL'EST
NELLE BARZELLETTE


RIDERE DIETRO LA CORTINA DI FERRO

La storia nelle barzellette


A cura di F. Albani

Collana: Ruota libera
Brossura cucita; pagg. 168
Formato: 15 x 21 cm
ISBN brossura: 9788895833187
Prezzo: € 18,00 

Il libro su LaFeltrinelli-IBS
Il libro su Amazon
Il libro su LibroCo
Il libro su MondadoriStore

Condividi questa pagina

Si può raccontare un periodo storico attraverso le barzellette? Forse sì, ed è la scommessa di questo libro che raccoglie barzellette e aneddoti sui regimi dell’Europa dell’Est che circolavano durante la guerra fredda al di qua e al di là della cortina di ferro.


Nella premessa il curatore introduce il periodo storico: “«Da Stettino sul Baltico, a Trieste sull'Adriatico, una cortina di ferro è calata sull'Europa». Questa frase di Winston Churchill segnò simbolicamente [nel 1946] l’inizio della guerra fredda, un periodo della storia mondiale in cui l’Europa si trovò divisa in due, con i paesi occidentali sempre più legati agli Stati Uniti e i paesi centro-orientali nella sfera di influenza dell’Unione Sovietica. I decenni successivi scavarono un solco profondo tra i due blocchi, con sempre più marcate differenze nelle libertà personali e nel benessere economico tra i paesi ai due lati della cortina di ferro.”


E per molti anni i popoli dei paesi dell’Europa dell’Est trovarono uno sfogo in barzellette raccontate a mezza voce, che mettevano in ridicolo le promesse dei piani quinquennali a fronte della permanente carenza di beni essenziali (1), l’onnipresenza di polizia segreta e spie (2) o gli squilibrati rapporti tra Unione Sovietica e i suoi “paesi fratelli” (3). Non mancano ovviamente i commenti su Stalin e sul Partito Comunista (4)!


Le barzellette presentate – in gran parte legate agli anni '50 e '60, gli ultimi anni del dominio di Stalin sull’Unione Sovietica e gli anni del "disgelo" di Kennedy e Krusciov – sono raccolte in sezioni introdotte da brevi note storiche che hanno il solo scopo di permettere una migliore comprensione delle storielle. Non a caso la prima sezione presenta, come in una pièce teatrale, i “personaggi e interpreti” delle storie, nomi probabilmente sconosciuti al pubblico più giovane. Per i lettori/lettrici più curiosi, poi, il curatore propone alcuni testi e alcuni film dove approfondire quel cruciale periodo della storia dell’Europa e del mondo che è stata la guerra fredda, un periodo tornato tristemente attuale ancora oggi.

 

NOTE:


“Mosca 1960. In una grande assemblea vengono presentati gli obiettivi del nuovo piano quinquennale:

- Nel 1961 tutti i cittadini avranno una moto.

- Nel 1962 tutti i cittadini avranno un’automobile.

- Nel 1963 tutti i cittadini avranno un elicottero.

Grande entusiasmo, grida di evviva, applausi.

Ma poi, per strada, Popov chiede a Ivanov: «Un elicottero, ma a che serve, un elicottero? Dimmelo un po' tu. A me non serve, a me».

Ma Ivanov gli risponde: «Ecco dove sbagli. Supponiamo che tu legga sul giornale che a Odessa

distribuiscono trecento grammi di sapone. Tu sali sul tuo elicottero e vai a Odessa!»”

 

“Mosca, un operaio va a comprare l'automobile, paga, poi chiede all'impiegato quando gliela consegneranno. Quello controlla su un librone e dice: «Il 5 ottobre, ma fra dieci anni».

«Va bene» replica l'operaio «ma di mattina o di pomeriggio?»

«E che ti importa» risponde l'impiegato «tanto è fra dieci anni!»

«No, vedi compagno» spiega l'operaio «è che di mattina viene l'idraulico».”

 

(2) Il grande fratello: spie e polizia

“Pranzo al ristorante Intourist a Mosca:

«Cameriere» grida un cliente francese «mi hai servito tre polpette, ma non riesco a tagliare la terza».

«È normale, signore» risponde il ragazzo «la terza è il microfono».

 

“Due prigionieri si incontrano in una cella di prigione.

«Perché sei qui?»

«Per pigrizia».

«Per che cosa?!?»

«Il mio amico e io abbiamo passato tutta la sera a raccontarci barzellette politiche, ma poi io sono andato a dormire. Lui, invece, che non è pigro, è corso subito dalla polizia e ha fatto per primo la spiata».”

 

(3) I rapporti tra i “paesi fratelli”

“Durante le manovre militari congiunte del Patto di Varsavia, un colonnello rumeno dice a un suo commilitone: «Non sai cosa mi è capitato ieri! Dopo le esercitazioni, torno a casa mia e non trovo il generale sovietico a letto con mia moglie?»

«E come è andata?»

«Sono stato fortunato: non mi ha visto!»”

 

“Definizione polacca di Sputnik: «L'unico satellite che è riuscito a staccarsi dalla Russia».”

 

(4) Stalin e il Partito Comunista

“21 gennaio 1924, Stalin si reca al capezzale di Lenin morente.

Lenin: «Io sto morendo. So, compagno, che tu mi succederai. Ma sono molto preoccupato: il popolo ti seguirà? Che ne pensi, compagno Stalin?»

Stalin: «Mi seguirà... mi seguirà sicuramente!»

Lenin: «Spero di sì, ma che succederà se non ti seguirà?»

Stalin: «Nessun problema, se non seguirà me, seguirà te!»”

 

“Al Congresso del Partito comunista a Mosca, Kadar chiede a Krusciov: «Quanti abitanti ci sono in Unione Sovietica?»

«Tra duecento e duecentoventi milioni. E in Ungheria, compagno Kadar?»

«Nove milioni e mezzo, dieci milioni…».

«E secondo te, compagno Krusciov, quanti nemici del regime ci sono in Russia?»

«Da nove a dieci milioni... E da te, Kadar?»

«Oh, non molti di più».”

 

“«Compagno Rabinovich, perché non eri presente all’ultimo incontro del Partito?»

«Nessuno mi ha detto che sarebbe stato l’ultimo. Se lo avessi saputo, avrei portato tutta la famiglia».”


***